Un aspetto, forse poco conosciuto dell’attività creativa di Achille Guzzardella, è il suo costante confronto con il mondo della pittura. Ovviamente artisti che praticano episodicamente o sistematicamente pittura e scultura ce ne sono sempre stati.
Però, spesso, si intravede tra queste due tecniche dei possibili ponti, dei collegamenti. Più difficile è, invece, ritrovare indizi di continuità tra l’esplorazione fantastica, notturna, che traspare dalle pitture, spesso sensibilmente informali, dipinte da Guzzardella e la certezza empirica, plastica delle sue sculture. E tuttavia anche se sul piano puramente logico e culturale questo collegamento pare non esistere, esiste sicuramente sul piano di un’energia interiore che scorre sia quando l’artista dipinga sia quando scolpisca. Il mistero che ne consegue non svanisce.
Teodosio Martucci
GUZZARDELLA E CORRENTE – Coerenti passioni di linguaggi ed esistenze
Nell’ambito della critica d’arte l’idea che il nucleo esplicativo fondamentale del linguaggio artistico risieda nel mondo interiore di un artista, è considerato un fatto assodato. E certamente nessuno potrebbe ragionevolmente mettere in dubbio questa elementare constatazione. Nel contempo, però, occorre sottolineare che pensieri, sentimenti, stimoli, anche inconsci, che pullulano nella mente di un artista, non sono elaborazioni pure e gratuite, essi hanno il loro primigenio avvio in un determinato contesto storico, che è solo quello, e non più ripetibile.
Questa premessa appare quasi d’obbligo nell’introdurre alla significativa mostra che la Fondazione Corrente di Milano dedica dal 24 gennaio al 28 marzo 2023 allo scultore Achille Guzzardella. Non si tratta in questo caso solo di una convenzionale scelta culturale, ancorché approfondita e ponderata. C’è di più. Soprattutto una lunga consuetudine in primo luogo artistica, poi culturale ed esistenziale, da parte di Guzzardella con molte importanti personalità di Corrente o che comunque ad essa sono collegate. Pertanto appare di naturale riflessione storica che le opere di Guzzardella entrino in un sensibile confronto con il linguaggio espressivo di Birolli, Cassinari, Migneco, Mucchi, Treccani, Manzu’, Marini, Cherchi, Paganin ed altri.
Da un certo punto di vista l’opera di Guzzardella, come quella di diversi autori contemporanei, che hanno operato a Milano (e non solo), nella seconda metà del XX secolo, si pone nel segno dialettico di una suggestiva continuità con quella che è stata l’importante eredità di Corrente, forse ancora non adeguatamente valutata dalla critica nella reale incidenza della sua significativa portata. La rassegna milanese sotto questa angolatura è un’operazione di brillantecontrotendenza. Si tratta, più in particolare, di porsi, sia pure con occhi e mentalità nuovi, nel solco di quel realismo esistenziale, inteso in senso lato e non ideologico, che dagli artisti Corrente è stato sempre sostenuto e valorizzato in modalità differenti e plurali. In questo senso la scultura di Guzzardella appare quanto mai stimolante e coinvolgente con il suo realismoevocativo e spiritualmente incarnato che sviluppa i migliori intendimenti della ricerca realistica novecentesca. Di fronte all’attuale dis-incarnazione dell’arte contemporanea, di fronte ai suoi schematici stereotipi digitali, ai suoi simboli senza sostanza, il richiamo espressivo che giunge dagli artisti di Corrente è lungimirante e va valutato nel suo reale peso.
Nel documentato catalogo interventi di varie personalità, della critica e dell’arte, forniscono ulteriori strumenti di lettura, d’indagine per una mostra che, apparentemente racchiusa nella sua dimensione evocativa, apre, per chi sa vedere, importanti spiragli sul futuro dell’arte.
Teodosio Martucci