Nasce a Pachino nel 1943, angolo remoto sudorientale della Sicilia, conteso tra Mar Ionio e Mar Mediterraneo.
Frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Siracusa, nei locali di un monastero quattrocentesco situato in Ortigia, piccola isola testimone del susseguirsi di epoche storiche e stili artistici che la rendono unica ed affascinante.
Deluca, oltre alla bellezza dell’edificio in cui studia, già ricco di opere d’arte ammirabili, si impregna, da subito, di un fermento artistico quotidiano, mosso dai differenti linguaggi poetici che lo circondano: vicoli popolari e pittoreschi, pulsanti di vita artigiana, edifici medievali e barocchi, cortili ricchi di vita creativa, chiese paleocristiane e romaniche ed ancora palazzi nobiliari del periodo catalano. Insomma un ambiente effervescente, giunto da eco sognanti e lontane, forgiato da epoche passate e dalle tracce lasciate, stimolante e vivo più che mai anche per le nuove e continue ricerche dei giovani artisti e delle avanguardie.
Tale vissuto pervade Deluca e lo introduce alla continua ricerca della bellezza e della meraviglia.
Nel 1965 si trasferisce a Roma, dove il suo bagaglio artistico e culturale si arricchisce ulteriormente e dove prosegue la ricerca attraverso le espressioni artistiche del passato ma anche della sua contemporaneità.
Grazie a questa continua ricerca, intuisce, durante l’acquisizione della maturità artistica, che il tesoro ispirativo che maggiormente lo muove verso un bisogno espressivo irrinunciabile è prorprio il miraggio costante della sua terra d’origine: la luce inconfondibile e surreale, gli orizzonti metafisici e immersivi, i volti e le voci impressi nell’anima assumono, da lontano, avvolti nella nostalgia e nella suggestione della contemplazione e della rievocazione, una connotazione quasi mitologica, nonchè onirica.
Nella pittura di Deluca pescatori, portatrici, salinari, torchiatori e maniscalchi sono figure vibranti “fuori dal tempo”, personaggi reali trasposti nel surreale, decontestualizzati tanto da divenire eterei anzi eterni.
La luce di Deluca illumina o oscura, a tratti, figure e volti, caratterizzati, attraverso sapienti trasparenze, a seconda del sentimento evocato e con bagliore non terreno conduce in luoghi sospesi tra passato e presente, tra reale ed interpretato.
Antichi approdi, scogliere ed isole spiccano dai mari e si scorgono tremolanti mediante intensi contrasti di viola e giallo, contro acque smeraldo e cieli cerulei.
E l’avorio ed il perlaceo staccano muri di pietre e antichi complessi architettonici dall’ocra abbagliante del campo, sotto ad un cielo corruscato di nuvole che, sinuose, portano lontano.
La rupe, arcaica e loquace, terra d’ombra, nella pittura di Deluca diventa esperienza sinestesica: un vissuto tra cielo e terra, un attimo che muove e sospende all’infinito.
Tra cielo e terra, tra passato e presente, la barca, rosso vivo e verde brillante, solca lo spazio, come la coscienza, tra l’ignoto e l’istinto di esplorare.
Scarica Curriculum di Giuseppe De Luca
Mostra di Giuseppe De Luca a Toronto
Depliant mostra di De Luca a Berlino (1)
Depliant mostra di De Luca a Berlino (2)
Commento critico di Giorgio Seveso
Il rapporto con l’immagine figurativa di De Luca è sempre filtrato , mediato , dilatato da una sorta di lenta, assorta trasfigurazione allusiva, quasi di natura astreggiante, capace di trasformare l’immagine e di tirarla ai suoi limiti più estremi.
Giorgio Seveso
la pittura di De Luca non sarebbe spiaciuta a un Carrà per quella ricerca romantica nel caos delle vibrazioni da ricomporre, mentre per Tavernan “ si potrebbe evocare un grande pittore, come Turner, al quale il nostro De Luca si ispira e, nei ritratti della moglie e dei figli, si potrebbe citare un altro pittore contemporaneo, il Mattioli di Parma “ed altresì per Seveso “la sua è una pittura tra immagine e sentimento” ed infine per Valerio , la sua pittura” è improntata sul filo di una inesauribile tensione emotivo — mentale — spirituale, dove soprattutto la “memoria storica “ assume un ruolo determinante : la Sua è una pittura senza tempo …..l’ Assessore del Comune di Pachino( Sr), la terra natale di queI verghiano ingravidabalconi” di V. Brancati, sapranno allestire una Antologica per questo suo degno ed illustre figlio, per esaltare la Gattopardesca sicilitudine!
Spaventa
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